per questo nelle guerre…

Il vicinato è fatto di persone che abitano case. Le persone stanno nelle case, che molto spesso sono di proprietà e tutto questo determina una certa costanza di relazione. La condivisione di aspetti collettivi e anche intimi varia dalle singole personalità, ma in ogni caso negli anni molti vicini mi hanno visto crescere ed io ho visto crescere i loro figli, le case si sono svuotate e riempite, hanno vissuto. Il vicinato è quella cosa che tu saluti da lontano con un cenno e anche la mano dell’altro si alza con un sorriro. L’altro giorno mi è bastato questo per sentirmi parte di una piccola comunità. Oggi invece, nel depositare l’immondizia nei bidoni stradali della differenziata, ho incrociato un albero fiorito e di li a poco ho ciaccherato di giardini da ‘svangare’ e piante e ciottoli e pietre ritrovate, così scoprendo che quello stesso prato era stato rivangato oltre 40 anni prima da mio padre, che all’epoca già pensionato, non disdegnava il suo legame affettivo con la terra e la condivisione vicinale fatta di prodotti dell’orto, il vino e lo stare insieme. E’ domenica, l’ora legale ha posticipato il mio appetito, e nell’attesa di pranzare con mio figlio (per il suo compleanno! e forse raccontagli la storia del nonno svangatore…), ho qualche minuto per scrivere un post lungo, un pensiero, cercare di stare meglio con me stesso, distogliermi un attimo da un clima insistente di emergenze continue, che ci inficiano qualsiasi buon proposito.
Il vicinato è quella cosa, che se vuoi puoi dare una mano ad una persona con gesti semplici e partire da qui per accorciare la distanza tra una casa e l’altra, tra le case di un altra via e cosi via.
Per questo nelle guerre con la scusa di obiettivi militari invece si distruggono le case.

Lascia un commento